I segni di Dio non stravolgono la natura: rinnovano le relazioni, accarezzano i cuori, rimettono in cammino verso il Regno. Come non pensare oggi a Papa Francesco? Ha compiuto veri e propri miracoli chinandosi sui piedi dei carcerati per baciarli, sui piedi dei potenti per implorare la pace, immergendosi tra la gente come ha fatto domenica scorsa in quel cenacolo a cielo aperto.
È la stessa dinamica che ha conquistato anche il cuore di san Tommaso, inizialmente incredulo, ma poi trasformato in testimone ardente fino ai confini del mondo.
Meditazione a cura di padre Luca Vitali*, della Comunità Missionaria di Villaregia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Commento al Vangelo
Gesù fece “molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro”. Segni che invitano a credere che “Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio” e perché credendo abbiamo “vita nel suo nome”.
Il segno è una porta per la fede, una via per la fiducia, una strada per l’incontro tra Dio e i suoi figli amati. Non è la prova della sua esistenza, né una dimostrazione di potere, né un’esibizione di superiorità.
Anche nella prima lettura si racconta di molti segni e prodigi compiuti dagli apostoli. Anche loro fanno segni perché sono un segno, cioè indicano la via, la traiettoria per l’incontro con Dio. Non sono forti e potenti, non godono di “super-poteri” per la vicinanza con Dio, ma lasciando spazio all’azione dello Spirito, si fanno prossimi e ciò li rende responsabili dell’amore. Nulla di più.
E noi? Ci crediamo poco, ma la connessione con gli altri, la comunione con la vita dei poveri e di chi soffre, può fare “miracoli”: può cambiare segno alle giornate e aprire orizzonti inattesi.
Pietro riusciva a farlo con la sua ombra: “tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro”. Perché? Perché si chinava sulla gente ed è questo che cambiava le vite.
Come non pensare oggi a Papa Francesco? Ha compiuto veri e propri miracoli chinandosi sui piedi dei carcerati per baciarli, sui piedi dei potenti per implorare la pace, immergendosi tra la gente come ha fatto domenica scorsa in quel cenacolo a cielo aperto.
I segni di Dio non stravolgono la natura: rinnovano le relazioni, accarezzano i cuori, rimettono in cammino verso il Regno.
E noi cosa aspettiamo a divenire segno?
Signore tu hai reso Pietro un segno credibile del tuo amore perché ha saputo orientare a te. Anche Tommaso con le sue dita indicherà Te e guardando a Te altri segni si manifesteranno. Facci diventare… segni di te.

*Luca Vitali è presbitero della Comunità missionaria di Villaregia. Scrittore e teologo, attualmente vive il suo ministero a Forlì e svolge un dottorato in Spiritualità e missione presso la Facoltà Teologica del Triveneto. Da oltre 20 anni accompagna pastoralmente gruppi di giovani, parrocchie e percorsi di comunione missionaria in alcune diocesi.