Non importa la nostra storia, i nostri fallimenti o i nostri dubbi, Gesù non rifiuta mai chi lo cerca. Queste parole sono rivolte a ciascuno di noi, come una promessa che, se camminiamo verso Lui con fede, troveremo accoglienza, conforto e vita eterna.
Meditazione a cura di Sr. Eleia Scariot, missionaria scalabriniana
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Commento al Vangelo
Nel Vangelo di Giovanni 6,37-40, Gesù ci rivela una delle dimensioni più potenti del suo amore salvifico: l’accoglienza. Le sue parole sono una promessa di speranza e di salvezza per tutti: “Tutto quello che il Padre mi dà verrà a me; e colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Gv 6,37). Queste parole sono un invito che ci ricorda che non siamo mai soli, che nessuno è escluso dall’amore di Dio. La salvezza che Gesù offre è un dono gratuito, che raggiunge ogni angolo della nostra esistenza, senza alcuna distinzione.
La sua missione è chiara: accogliere, nutrire, salvare. In Gesù non c’è giudizio, ma solo apertura, una porta sempre aperta verso chiunque si avvicina con cuore sincero. Non importa la nostra storia, i nostri fallimenti o i nostri dubbi, Gesù non rifiuta mai chi lo cerca. Queste parole sono rivolte a ciascuno di noi, come una promessa che, se camminiamo verso Lui con fede, troveremo accoglienza, conforto e vita eterna. La salvezza non è riservata ad alcuni, ma è una chiamata universale a entrare nel cuore di Dio.
In questo Anno Giubilare 2025, queste parole di Gesù acquistano un significato ancora più vivo. Il Giubileo è un anno di grazia, un tempo di rinnovamento che ci invita a vivere più intensamente la chiamata alla misericordia e alla carità. È un’opportunità di rientrare nella logica di Dio, che è sempre una logica di accoglienza. Durante questo Anno Giubilare, la Chiesa ci invita a riscoprire la bellezza della vita cristiana vissuta nelle piccole e grandi cose quotidiane. Non dobbiamo aspettare eventi straordinari per vivere la santità: ogni gesto, ogni azione, ogni incontro quotidiano può diventare un atto di misericordia, se vissuto con cuore aperto all’amore di Dio.
Papa Francesco, con il suo invito a scoprire i “santi della porta accanto”, ci sprona a guardare alla santità non come qualcosa di lontano, ma come una realtà che possiamo trovare accanto a noi, nelle persone che incontriamo ogni giorno. Questi santi non sono sempre protagonisti di gesta straordinarie, ma sono semplicemente uomini e donne che vivono il Vangelo nella loro quotidianità. Sono coloro che, con la loro vita discreta, sanno rispondere all’amore di Dio accogliendo gli altri, servendo i poveri, ascoltando chi soffre.
Il Giubileo ci invita a riscoprire che la nostra missione è quella di portare la salvezza di Dio a tutti, senza distinzione. Così come Gesù ha accolto tutti senza respingere nessuno, anche noi siamo chiamati a vivere questa accoglienza in ogni ambito della nostra vita, testimoniando l’amore che Dio ha per ogni uomo e donna. Il Giubileo è un tempo privilegiato per vivere questa chiamata con rinnovato ardore, riscoprendo la bellezza di essere “santi della porta accanto”, testimoni di un amore che accoglie, che non giudica, che abbraccia ogni uomo e donna, in ogni angolo del mondo.