Missionari di San Carlo – Scalabriniani

La congregazione dei missionari Scalabriniani è nata a Piacenza nel 1887. Attualizzando il carisma del beato Scalabrini, il loro è un impegno nel servire Cristo nei migranti, rifugiati, pellegrini, marinai e in tutte quelle persone che vivono lontane dalle loro case e famiglie.

Missionari Scalabriniani

Congregazione dei Missionari Scalabriniani

La Congregazione dei missionari Scalabriniani è nata a Piacenza nel 1887 per assistere gli emigranti italiani che partivano in massa per le Americhe. Nei decenni, la missione di assistenza ai migranti si è estesa ad altri continenti, nazionalità e soggetti della mobilità umana. Da oltre 50 anni la congregazione è internazionale, sia nei suoi destinatari, sia nei suoi componenti. Oggi i missionari sono circa 700, di circa 40 nazionalità diverse e operano in 34 Paesi.

In Europa e in Africa, unite in un’unica Regione scalabriniana, si contano oggi 200 missionari presenti in 29 città di 10 nazioni, tutti impegnati in una variegata gamma di servizi sociali e religiosi offerti a migranti, rifugiati, richiedenti asilo e marinai di diverse nazionalità e confessioni religiose. L’azione di missionari, religiosi e sacerdoti è coadiuvata da circa 600 operatori laici che, a tempo pieno o a tempo parziale, partecipano alle varie attività di assistenza.

Cooperazione e formazione

ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – è dal 2004 in Italia e nel mondo il braccio sociale, operativo e culturale della Congregazione dei Missionari di San Carlo – Scalabriniani che operano nella Regione Giovanni Battista Scalabrini (Europa-Africa).

Dal 2004, porta avanti progetti a servizio di migranti, rifugiati e delle comunità locali, promuove attività di sensibilizzazione sul fenomeno della mobilità umana e lavora in rete con altri partner in Italia e nel mondo.

Via Scalabrini 3, all’interno dell’ASCS, è il Programma di Animazione Giovanile Interculturale dei Missionari Scalabriniani in Europa.

L’obiettivo è quello di accompagnare i giovani affinché diventino ideatori e costruttori di una società che viva la cultura dell’incontro, accogliendo, apprezzando e integrandosi con le diversità culturali.