11 – Autoritratto

autoritratto

Periodo italiano, Giugliano (NA) 1983
acquarello
cartoncino 50 x 70 cm


Fa parte di una scena tratta da una fotografia in cui Padre Lele compare con la comunità delle Suore francescane missionarie di Assisi presenti a Giugliano, in provincia di Napoli. Pochi tratti essenziali: il bicchiere di vino, la testa china sui fogli di lavoro, la barchetta che ha già le vele spiegate.

«Era bello accogliere te e padre Nando di tanto in tanto, dopo il vostro lavoro pastorale, come facevano Marta e Maria con Gesù stanco del viaggio e in cerca di un logo familiare dove riposarsi un po’ e condividere l’amicizia, i progetti, le speranze (…) Grazie Lele per i segni che volutamente o senza rendertene conto hai lasciato a noi ancora in cammino verso il Tutto che solo intravvediamo». Testimonianza di Sr. Giovanna Dugo SFMA, Assisi, 1983.


Primi voti

Dichiarazione per l’ammissione alla professione religiosa, Venegono, 17 maggio 1976

Nato a Padova il 9 febbraio 1953, ultimato il liceo classico sono entrato nel Postulato di Firenze.

1) Cammino di fede e identificazione missionaria: credo di aver camminato durante questi anni di postulato e di noviziato. Sento la fede come rivelazione di Gesù Cristo e nello stesso tempo man mano che mi si chiarifica il Vangelo nella mia vita, mi diventa sempre più chiaro l’aspetto del perché della vocazione.
Il Signore mi convertirà facendomi missionario. L’aspetto dominante è che tutto sia dono, la conversione, la vita mia e di quelli che mi sono accanto. Nel cammino di fede non devo dimenticare che il Signore si fa carne in me e nei miei fratelli. Occorre che aumenti l’ascolto dei fratelli. La Parola di Dio mi dovrà servire ad illuminarmi la vita e a non considerarmi su posizioni di privilegio. Ciò dimostrerà una vita di fede non basata sulle mie idee. Mi sono trovato a camminare da solo molto spesso, preferendo esperienze che maggiormente mi soddisfacevano o che comunque erano in sintonia con il mio lavoro interiore. Come identificazione mi sembra di vederla bene nel ricorso continuo alla figura dell’apostolo come presentato dal Vangelo. Vivo l’identificazione come tensione tra quello che sono e quello che la potenza di Dio compirà in me. Intendo vivere la mia vocazione missionaria tra i comboniani perché mi sembrano la possibilità concreta offertami per la incarnazione della mia scelta missionaria. Vivo abbastanza forte la vita sacramentale e ho riscoperto la figura di Maria in modo personale e vivo.

2) Personalità: un po’ timido ed emotivo e quindi alle volte aggressivo, orgoglioso, sensibile, estroverso, sincero. So di valere, intelligenza critica che mi diventa alle volte intellettualismo. È presente a volte il parlare difficile. Disponibile, con discreta capacità organizzativa, mi sento libero interiormente. Tante volte metto delle autodifese e tendo a giustificarmi. Devo stare attento perché le mie doti spesso mi diventano limiti; i pregi infatti si manifestano come punti deboli nel rapporto con gli altri, il che mette in difficoltà un autentico rapporto interpersonale. Preso dalle idee, dimentico talvolta le persone; in questo mi sembra di mancare di capacità di ascolto. Talvolta il mio limite lo faccio passare come virtù. Devo prendere coscienza del mio limite come limite e basta; è indispensabile un atteggiamento di base fondato sulla povertà.

3) Vita comune: Non faccio difficoltà a familiarizzare, ma talvolta per risolvere delle situazioni di disagio divento con lo scherzo accentratore; la situazione si risolve ma le persone passano in second’ordine. Riconosco che è un modo sbagliato per comunicare. Devo mettermi sullo stesso piano delle persone che ho davanti, imparare ad ascoltare e rispettare i momenti di ciascuno senza tentare di entrare violentemente nella loro vita. Tento di servire gli altri a mio modo, evitando i servizi semplici, devo capire che la povertà consiste nel mettere a disposizione degli altri la mia persona e non solo le mie cose.

Al padre provinciale Tonino Pasolini – Venegono 26 maggio 1976

Carissimo Tonino,
poche righe ritengo saranno sufficienti per dire tutto. Per ciò che ho visto nella mia vita alla luce del Signore risorto, con serenità grande mi rimetto a Lui affidandogli tutti i miei giorni.
Con spirito di gratitudine per tutti coloro che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui, chiedo di essere ammesso il 5 giugno p.v. ai voti di Povertà, Castità, Obbedienza e di entrare a far parte della famiglia comboniana.
È mia intenzione infatti consacrarmi a Dio e alle missioni come sacerdote missionario.
Tu che mia hai preceduto nella fede in questo, precedimi anche nella preghiera si da rendere pieno il servizio che stai svolgendo nella provincia italiana. È così per tutti noi.
Un abbraccio nel Signore. Ciao, Lele Ramin.

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