Oltre a lavorare in condizioni disumane, i minori sono esposti al rischio di avvelenamento da mercurio. Un toccante progetto fotografico documenta il lavoro dei bambini prigionieri delle miniere d’oro del Burkina Faso
di Redazione
Nelle miniere artigianali e spesso illegali, per estrarre l’oro si usa il mercurio. Succede in tutto il mondo, dall’Indonesia al Ghana, dalla Colombia al Burkina Faso: il rapporto annuale “World’s Worst Pollution Problems” (I più gravi problemi di inquinamento del mondo), pubblicato dalle ong ambientaliste Pure Earth e Green Cross, rivela che tra i 10 e i 15 milioni di persone, di cui un terzo donne e bambini, sono esposte alle esalazioni tossiche di questo metallo pesante, che ha effetti nocivi soprattutto sul sistema nervoso e, a causa del bioaccumulo, può colpire gravemente anche altri organi, come cuore, reni e polmoni.
In Ghana l’inquinamento dell’ambiente provocato dall’estrazione artigianale dell’oro è devastante. Il mercurio viene mischiato con acqua e con il minerale che contiene l’oro per formare un amalgama. La miscela viene poi riscaldata per rimuovere il mercurio per evaporazione, spesso senza usare filtri, mentre l’acqua contaminata viene buttata nei torrenti e nei fiumi, inquinando l’ambiente e arrivando direttamente nelle case.
Il fotografo Larry C. Price, due volte vincitore del premio Pulitzer per il fotogiornalismo, ha lavorato a un toccante progetto fotografico che documenta il lavoro minorile in tutto il mondo. Con la sua recente missione ha completato un altro segmento di questo progetto, fotografando i bambini che lavorano nelle miniere d’oro del Burkina Faso, in Africa. L’immagine che abbiamo scelto è evocativa e straziante.
Crediti foto: Larry C. Price