A Riace la vera accoglienza

di Raffaella Frongillo

Rispetto, incontro, accoglienza, comunità e entusiasmo. Dalle iniziali di queste parole viene fuori Riace. Ed è proprio questo che mi ha trasmesso il piccolo paesino calabrese di 600 anime, per metà riacesi e per metà migranti, ed è questo che è rimasto nel mio cuore. Dal 1 al 9 agosto grazie al campo Gim gestito da padre Alex Zanotelli fin da subito mi sono sentita immersa nella realtà di questo paese, fin dall’istante in cui il sindaco Mimmo Lucano nell’introduzione che ha fatto la sera che siamo arrivati ha annunciato la sua volontà di iniziare un digiuno. Un digiuno di giustizia, per chiedere l’erogazione di fondi pubblici che da due anni sono bloccati e che rischiano di far saltare questo modello di città utopico dove ogni individuo qualsiasi sia la sua provenienza o razza riacquista dignità. E noi giovani del campo abbiamo aderito a questo sciopero proprio perché ci sentivano e ci sentiamo ancora vicini a questa sete di giustizia che anima Mimmo e suoi collaboratori. Sono stata invasa da tanti input non solo di riflessione ma anche di stimolo all’impegno concreto, a partire dal Riace festival che ha accolto tante figure importanti come il sindaco di Barcellona Ada Colau, il sindacalista Aboubakar Soumahoro, il sindaco di Napoli De Magistris, attori e registi che hanno reso ancora più ricca questa esperienza. Non dimenticherò mai la felicità dei bambini quando abbiamo montato le piscine gonfiabili e abbiamo giocato con loro nella piazzetta di Riace, il fulcro della vita vissuta del paese e un po’ il simbolo di questo campo. Le risate, le corse, i gavettoni mi hanno fatto sentire più che a casa perché tutti gli abitanti di Riace, chi lo è per nascita e chi lo diventa perché trova, dopo tanto dolore vissuto attraversando mare, terre e deserto, la vera accoglienza, lo trasmettono. Lo trasmettono anche le lacrime di sconforto delle donne immigrate che lavorano nelle varie botteghe ricche di oggetti preziosi non per il valore economico ma per l’amore con il quale vengono realizzati e il riscatto di una terra, la Calabria, che ha costretto tanti a emigrare ma che rinasce grazie ai migranti. Ed è in quella piazza che è stata data la cittadinanza onoraria a padre Alex Zanotelli, voce profetica che ha mediato il dialogo con la chiesa locale e con le istituzioni proprio nei giorni del campo per salvare Riace. Ed è con questo che voglio concludere: Salviamo Riace, preserviamo questo modello di accoglienza, costruiamo tante piccole Riace e testimonieremo la vita vera in Cristo.

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