Vangelo della domenica | Il commento di Don Cosimo Schena (Gv 11,1-45)

di Don Cosimo Schena *

Siamo giunti alla quinta domenica di Quaresima. Oramai la Pasqua è davvero alle porte. Oggi la liturgia ci fa comprendere, attraverso il miracolo di Gesù che ridona la vita al suo amico Lazzaro, quanto noi possiamo trovare la vita in Cristo. Nelle ultime domeniche, attraverso i Vangeli, abbiamo un po’ rimesso mano ai segni del nostro battesimo: due domeniche fa, attraverso il Vangelo della Samaritana, al segno dell’acqua; la scorsa domenica, tramite il miracolo del cieco nato, al segno della luce. Questa domenica, invece, abbiamo incontrato il segno della vita attraverso il miracolo fatto da Gesù a Lazzaro. Con questi segni possiamo veramente renderci conto di quanto la nostra vita potrebbe cambiare di colore, sapore e forma attraverso la presenza di Cristo.

“Con Dio la vita non ha fine”

Due giorni fa siamo stati in milioni davanti allo schermo ad assistere e pregare insieme al Papa. Mi è rimasta particolarmente impressa questa frase: “Con Dio la vita non ha fine”. È questo ciò che dobbiamo tenere sempre a mente: se noi ci fidiamo di Dio e se ci affidiamo a Lui, la vita non ha fine. Soprattutto in questo periodo in cui abbiamo veramente paura, in cui viviamo con quell’ansia addosso di perdere la nostra vita o di perdere i nostri cari, affidiamoci a Dio, uniamoci in preghiera e il Signore ci ascolterà perché in Dio la vita non ha fine.

Un abbraccio e buona domenica a tutti.

* Don Cosimo Schena, sacerdote, poeta e filosofo. Parrocchia Mater Domini di Mesagne (BR)

Cosimo-Schena

Don Cosimo Schena @doncosimoschena

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45 forma breve) – Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.
Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

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