Dall’Ecologia integrale all’ecologia digitale

Spunti per una riflessione sull’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, sulla cura della casa comune, a cinque anni dalla sua pubblicazione.

di Patrizia Morgante

Sicuramente non siamo gli stessi del 2015, e cinque anni fa non avremmo pensato che nel 2020 avremmo sofferto una pandemia che ci avrebbe fatto toccare col corpo quel “siamo tutti interconnessi”, che è il fils rouge della lettera. Sarebbe bello educarci, approfittando di questo tempo difficile, a nutrire questa interconnessione profonda, questa dipendenza relazionale gli uni dagli altri, la responsabilità che la connessione ci assegna per la cura dell’altro, dell’altra.

Ma non era questo che volevo mettere in rilievo.

Partiamo dal titolo di questa riflessione: dall’ecologia integrale all’ecologia digitale.

Io mi occupo di comunicazione digitale e quindi ho cercato di applicare ciò che Papa Francesco ci chiede di sentire e fare per la casa comune (il cosmo) al contesto del world wide web, del digitale. Insomma al mondo dei social che tanto fascino e seduzione esercita su di noi. D’altronde è un sistema nato per questo: catturare il nostro tempo e la nostra attenzione.

Vorrei condividere tre concetti (ecologia digitale, inquinamento digitale e sobrietà digitale) e una domanda, alla quale non posso tentare una risposta per mancanza di spazio.

Ecologia digitale

Sappiamo tutti che il web non è uno strumento ma un ambiente connettivo nel quale viviamo e operiamo, parallelamente con la realtà materiale (onlife). Qualcuno considera il digitale come un sesto continente che abbraccia tutto, oppure ancora lo definiscono infosfera, intesa come l’insieme di tutti i media e canali che consentono la comunicazione in questa grande rete neuronale digitale.

Quindi se è uno spazio, di questo spazio posso prendermene cura, posso mettere in pratica un’ecologia digitale che tenga conto di tutti gli aspetti per portarne il massimo beneficio a tutti. Cura significa che devo conoscerlo, far emergere il meglio, immettere in questo spazio valori che costruiscono ponti, che facilitano la conoscenza reciproca; dovrei privilegiare una comunicazione positiva che valorizza il meglio degli altri e della realtà. Porre domande più che dare risposte pronte.

Inquinamento digitale

Al contrario, se non me ne prendo cura posso contribuire, senza rendermene immediatamente conto (perché la realtà virtuale non è tangibile e materiale come siamo abituati), a inquinarlo.

Se abito il web solo come una vetrina ossessiva del mio IO, di ciò che sono e faccio, non contribuisco a una dialogo leggero e profondo che lascia interagire tutti. Diventa uno spazio egotico e narcisistico, dove parlo ma non ascolto.

Se condivido e clicco like su qualsiasi cosa senza leggere e verificare fonti di ciò che sto immettendo nel web, io inquino il clima digitale. Creo spazzatura non riciclabile. Se inondo la rete di immagini sacre pensando che così faccio evangelizzazione, io contribuisco a una religiosità superficiale, di immagine e non a una fede che scomoda e interroga in modo profondo.

Sobrietà digitale

La sobrietà è l’atteggiamento che mi spinge ad abitare il web in modo consapevole, in modo profondamente connesso con chi sono e desidero. Per abitare il web mi preparo, studio, mi educo per essere un cittadino digitale consapevole. Non mi preoccupo solo della quantità delle cose che appaiono sui miei profili, ma anche degli effetti che questi hanno in chi li legge.

Un altro aspetto della sobrietà è la capacità di misurare la nostra presenza digitale: essere presenti ovunque in qualsiasi momento ci rende solo molto frammentati, disorientati, dispersivi. E’ un po’ come essere sempre in movimento nella vita materiale e non dormire e riposare mai.

È importante ritagliarsi spazi di silenzio, di assenza di rumori molesti, di ozio, di passività: questi momenti sono preziosi per lasciare che ciò che abbiamo dentro emerga.

Come vedete i tre temi sono interrelati, connessi e si influenzano mutuamente.

Come promesso chiudo con una domanda (in realtà a chiudere è una proposta concreta che segue!): quali sono i costi ambientali delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione? È possibile conciliare sviluppo digitale ed ecologia integrale? Sì è vero le domande sono due.

Il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima organizza il primo corso in italiano per Animatori e Animatrici della Laudato Si’. Qui tutte le info: https://bit.ly/2VbsT0d

Vivi la Laudato Si’ e aiuta altri a conoscerla e viverla.

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Patrizia Morgante

https://patriziamorgante.blogspot.com/

Foto di Pete Linforth da Pixabay

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