Quel pallone che ci cambiò la vita. Storie di vita missionaria in Congo

di Sr. Maria Rosa Venturelli *

Ciò che per un ragazzo o una ragazza è gioco, per l’adulto è arte

I giovani “Bilenge ya mwinda” – Giovani della Luce – della nostra parrocchia cittadina, studiavano bene e con solerzia, ma avevano bisogno anche di giocare. Come si faceva senza un pallone vero e proprio? Loro lo facevano di stracci, imbottito bene bene, ma era sempre poca cosa. Mi facevano tanta tenerezza quando li vedevo giocare la mattina dopo la Messa parrocchiale.

Quando nell’estate del 1980 venni in Italia per un impegno di lavoro, dovevo partecipare come membro scelto dalla nostra provincia al Capitolo Generale delle Suore Comboniane, feci una capatina a casa. Era la prima volta… mi sembrava di essere un eroe che tornava dalla guerra.

Ma io pensavo ai giovani, ai loro giochi. E alle ragazze? Pallavolo per loro. E così alcuni dei miei compagni di classe che lavoravano nella Banca del paese, durante una cena con loro, programmarono qualcosa per i miei ragazzi. Mi fecero arrivare una scorta di magliette, pantaloncini, berretti, palloni di cuoio bellissimi, scarpe, reti e così via.

In Congo, al mio ritorno, i giovani mi aspettavano con gioia. Mi ricordo Kamanzi, un 17enne, che all’altezza della chiesa, la domenica mattina, vedendomi da lontano sbucare sulla porta di casa, corse come un forsennato per finire tra le mie braccia, dandomi un caloroso bentornato a casa. Come non commuoversi? Per me erano figli.

Il nostro primo campionato

E così ci organizzammo nel nuovo anno pastorale. Un campionato di calcio e uno di pallavolo. Eravamo ambiziosi davvero. Allenamento dopo la scuola nel grande campo davanti alla missione. Adesso avevamo proprio le porte con le reti e dei veri palloni, che in effetti durarono a lungo, per diversi anni. Troppo preziosi erano e ciascuno coccolava il suo pallone con il piede, trattandolo bene. I giovani della parrocchia si organizzarono con squadre di giovani di villaggi periferici. E compilammo un vero girone di match la domenica pomeriggio per diversi mesi. Il tifo della gente era spettacolare, oltre a dare colore alle adunate, si divertiva dal vivo. Anche per me era un’esperienza nuova, non ero mai andata allo stadio da ragazza al mio paese, ma qui a Isiro bisognava tifare ogni domenica, divertirsi da morire, mentre i calciatori rincorrevano il pallone. Naturalmente, nel primo campionato di calcio, i giovani della parrocchia centrale risultarono più preparati e così vinsero il girone in quel primo anno sportivo.

E le ragazze? Anche loro volevano giocare. Ma noi preferimmo che imparassero a giocare a pallavolo, un gioco divertente, che attirò l’attenzione di molte giovani della scuola. Ci allenavamo in un campetto vicino alla nostra casa, ove adesso riposa una nostra sorella già defunta, ci allenavamo con tanto di reti adatte, sempre provenienti dalla Banca del mio paese natale. E quando fummo pronte iniziammo un mini campionato che durò diversi anni.

Lo sport come passione e condivisione

Ho imparato così a giocare, a tifare per i calciatori, a molleggiare la palla con le mani, a incitare ragazzi e ragazze a dare il meglio di sé nella competizione sportiva. Fu importante soprattutto per me, che sono entrata così nell’ambito dello sport, immergendomi a capofitto, per amore delle mie figlie e figli.

Ricordo ancora bene quei pomeriggi domenicali, alle ore due del pomeriggio, quando faceva un caldo micidiale, umido e soffocante, ma la gioia di condividere lo sport era più forte di tutto. Avevamo compilato e stampato al ciclostile una specie di calendario sportivo e un regolamento da osservare, per giocare nel rispetto e nella giustizia. Povero quel ragazzo o quella ragazza di turno che faceva da arbitro, a volte doveva scappare dentro la mssione, non tanto per i ragazzi sportivi, ma per la gente che assisteva e che tifava per una squadra o l’altra, e di regolamento non voleva sentire parlare mai.

Maria-Rosa-Venturelli

* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo).Autrice di Terra e Missione

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