Portatori di Cristo. Commento al Vangelo del Corpus Domini

di Don Cosimo Schena *

Oggi siamo giunti a celebrare la grande Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, o meglio il Corpus Domini. Celebriamo questa grande solennità per ricordare a noi stessi che Cristo si è donato nell’eucarestia, che si fa presente nella nostra vita.

Purtroppo quest’anno non possiamo vivere le bellissime processioni dove portiamo Gesù lungo le strade e nelle piazze delle nostre città; dobbiamo però tenere conto di una grande verità di questa festa: attraverso l’eucarestia, attraverso il corpo e il sangue di Cristo del quale noi ci nutriamo, diventiamo noi stessi portatori di Cristo, diventiamo noi stessi una “processione del Corpus Domini”.

La prima processione del Corpus Domini che mi viene in mente è quella di Maria, quando va da Elisabetta dopo aver avuto l’annuncio dell’angelo e porta Gesù nel grembo. È stata la prima processione di Cristo.

L'incontro tra Maria ed Elisabetta

Anche noi portiamo Cristo, è una cosa bellissima!

Teniamo presente questo nella nostra vita di fede: ogni volta che ci nutriamo del corpo di Cristo, diventiamo portatori di Cristo nella nostra vita personale, per la nostra famiglia e per i nostri amici, anche nel posto di lavoro.

Come ci comportiamo con gli altri? Quale Cristo portiamo? Il Cristo a nostra immagine o quello che modelliamo secondo le nostre esigenze?  Ad esempio, siamo disposti a perdonare settanta volte sette o perdoniamo fino a due?

Il Cristo che dobbiamo portare è quello che ci viene testimoniato dalla parola di Dio e vi auguro che possiate farlo con molta semplicità. Come riuscire in questo? Mettendoci in ascolto della Parola e amando in maniera gratuita.

Buona solennità del Corpus Domini un abbraccio a tutti voi.

Cosimo-Schena

* Don Cosimo Schena, sacerdote, poeta e filosofo. Parrocchia Mater Domini di Mesagne (BR). Autore di Terra e Missione

Don Cosimo Schena @doncosimoschena

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 51-58) – In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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