A casa nostra. I nuovi ragazzi della famiglia Calò

di Alda Pagliano

“Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25,35). L’invito consegnatoci dal Signore risuona forte nelle coscienze e nel cuore dei coniugi Calò, che ci prendono per mano e ci portano nella storia della loro famiglia, una storia di accoglienza, fiducia e fede vera. Quasi un manuale di vita matrimoniale missionaria, questo libro ci racconta di un’accoglienza che va controtendenza, non certo quella che, talvolta, ha arricchito le tasche di albergatori e associazioni senza aiutare i migranti ad inserirsi nella società italiana.

«Avete mai pianto – ha chiesto papa Francesco durante l’eucaristia celebrata a Lampedusa – quando avete visto un barcone affondare?»
A casa nostra” (Editrice Missionaria Italiana, pp 144, euro 15) racconta l’esperienza nata proprio dallo sgomento provato dai coniugi Calò dopo il naufragio nel canale di Sicilia di oltre 700 migranti. Se la sofferenza dell’altro non ci tocca, non ci interroga, non ci tormenta, non può nascere nulla. Ed è per questo che Nicoletta e Antonio Calò scelgono di lasciare la loro vita “normale” e di intraprendere una strada nuova, per condividere, non solo teoricamente, la vita concreta e quotidiana con Siaka, Saeed, Mohamed, Sahiou, Braima e Tidjane.

Prefettura, Commissione, diniego, ricorso, borsa lavoro: ecco il lessico di questa nuova famiglia multiculturale, addolcito però dai suoni di tante lingue diverse, dalla condivisione quotidiana di gioie e dolori, dall’usare senza possedere, dal moltiplicare dividendo, come in una matematica a rovescio, come con le ceste dei cinque pani e due pesci. Pagina dopo pagina, Nicoletta racconta il miracolo delle relazioni umane: niente progetti, niente centri di accoglienza, solo una famiglia dove sentirsi a casa e accettati nella totalità della differenza culturale e di fede. Perché un altro aspetto straordinario di questa storia è che Antonio, Nicoletta e i loro quattro figli naturali, tutti cattolici, accolgono sei musulmani, che pregano e praticano il Ramadan.

Davanti ad ogni ostacolo o difficoltà, il motto di questa famiglia è uno solo: stare uniti più che mai, distribuire fiducia e pregare. E nulla possono le accuse cattive e le calunnie scritte sui social network e sui giornali locali: il supporto dei figli e degli amici sono la migliore medicina!

“Queste pagine profumano di vangelo autentico, vissuto nella quotidianità. Una fede, quella di Nicoletta e Antonio, profondamente incarnata, con una capacità grande di legare il Vangelo alla vita”. Così scrive nella sua prefazione al libro Padre Alex Zanotelli, che tanto ha insistito perché i coniugi Calò descrivessero che cosa ha significato per loro e per i loro figli, accogliere in casa questi migranti, “per costruire un mondo dove possiamo tutti riconoscerci membri di un’unica umanità e sederci tutti in pari dignità all’unica mensa. La famiglia Calò ci ha dato un bell’esempio”.

«Aver aperto la porta di casa ci ha aperto il mondo», scrivono i due coniugi.

Leggetelo, se volete capire il significato profondo della parola accoglienza e vi sentirete anche voi parte di questa colorata, speciale, nuova famiglia!

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