Congo. La toccante storia di Rosa, “lebbrosa” dal cuore generoso

Torniamo insieme a sr. Maria Rosa nella missione di Viadana, in Congo. La storia di Rosa richiama l’impegno dei missionari tra i malati di lebbra, immagine del Cristo sofferente

di sr. Maria Rosa Venturelli*

Ritorno con la memoria nella terra del Congo. Intorno alla nostra missione di Viadana, c’erano le casupole dei lebbrosi. La malattia era in uno stadio avanzato e non potevano più stare nei loro villaggi. Una volta a settimana la sorella infermiera li radunava davanti al nostro cortile dove c’era una statua della Madonna, per pregare insieme e poi curare le ferite, dando loro le medicine necessarie. E alla fine insieme si beveva un po’ di “kongolò”, che una palma ci aveva donato gratuitamente per rallegrarci del nostro stare insieme.

Lebbra, cos’è e come si trasmette

Come forse sappiamo, la lebbra è una malattia terribile, invasiva sul nostro corpo, ma non è infettiva. È causata dal batterio “Mycobacterium leprae”, che colpisce i nervi periferici in vari modi e gradi, anche molto invalidanti. Un tempo molto pericolosa, in età moderna si è riusciti a curarla meglio che in passato. Le parole “morbo di Hansen” o “Hanseniasi” vengono oggi privilegiate per evitare la condanna negativa che la parola “lebbra” ancora ha in sé.

Sebbene non sia altamente contagiosa, raramente la lebbra porta al decesso, e può oggi essere trattata efficacemente con antibiotici. Essa era incurabile prima dell’avvento della terapia antibiotica efficace dal 1940. I soggetti con la malattia possono diventare sfigurati e spesso con disabilità importanti, a causa delle quali sono temuti ed evitati dagli altri membri delle comunità.  

La lebbra colpisce gli arti superiori, poi gli arti inferiori e nell’ultimo stadio il viso.

Quando si arriva agli ultimi stadi, la persona lebbrosa veniva abbandonata nella foresta, perché si ha paura che infetti tutto il villaggio. Nella foresta non è possibile sopravvivere a lungo. Quindi le sorelle infermiere, che giravano nei vari villaggi, portavano a casa le persone colpite da lebbra che le famiglie non volevano più. Si fabbricava una capanna per loro in un luogo vicino alla missione. Ogni lebbroso aveva il suo pezzetto di terra da coltivare, in modo da produrre qualcosa per vivere degnamente. E così faceva la mia amica Rosa.

Tra i lebbrosi. Il dono di un cuore generoso

Rosa lavorava stando in ginocchio, coltivava le cose necessarie: fagioli, manioca, arachidi, riso. Poche cose e poco di tutto. Aveva anche iniziato a coltivare qualche ananas, che di per sé in foresta spuntano liberamente.

Un giorno la vidi arrivare, mentre mi cercava disperatamente alla missione. Era la mattinata del 23 agosto 1986, giorno che il calendario liturgico segna come festa di Santa Rosa da Lima.

Rosa arriva alla nostra casa e dice che vuole regalarmi il suo primo e unico ananas di quell’anno.

“È per suor Maria Rosa, per il suo onomastico”, diceva a tutti. Mai nessuno prima di allora aveva festeggiato il mio onomastico col nome di Rosa.

In Africa se una persona ti porta un dono, è necessario accettarlo senza condizioni. Provai a dirle di tenerlo per lei, che ne aveva bisogno più di me, oppure mangiarlo insieme, festeggiando lo stesso nome che avevamo. Niente da fare. L’ananas era soltanto per me, dono del cuore generoso e delicato di una donna duramente provata dalla lebbra e abbandonata per sempre da tutta la sua famiglia. E così fu ogni anno: arrivava per me il regalo delle sue fatiche quotidiane nel campo da lei coltivato.

Questo gesto di delicatezza estrema, mi ha segnato profondamente per tutto il resto della mia vita. Compiere gesti piccoli, semplici, in nome della solidarietà e fraternità. Ne vale sempre la pena. È un gesto che trapana il cuore, lo converte alla generosità e al distacco dalle cose materiali, per vivere la solidarietà in attenzione alle singole persone.

Siamo ancora nel tempo di Avvento, ogni giorno proviamo a compiere un gesto di gratuità verso un fratello o una sorella vicino a noi, un gesto che dia gioia, serenità, affetto. E il nostro Natale sarà così ricco interiormente e spiritualmente. Impegniamoci!

Crediti foto: Jay Roode/Collezione Essentials/Getty Images

Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana

* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione

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