Migranti, Scalabriniane: “La vergogna umanitaria nel Mediterraneo impone una risposta dagli Stati”

di Giampiero Valenza

“La vergogna umanitaria dei nuovi migranti morti nel Mediterraneo pone gli Stati nazionali davanti alla loro stessa responsabilità di dover rispondere al loro grido d’aiuto. Non possiamo voltarci pensando che l’unica emergenza di oggi sia la pandemia Covid. La crisi sociale, economica, le violenze, continuano a esserci quotidianamente in ogni angolo del pianeta”. A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, alla luce dell’intervento di Papa Francesco durante il Regina Coeli dello scorso 25 aprile.

“Assistere, quasi indifferenti, ad un ulteriore naufragio nel Mediterraneo – continua sr Neusa -, in un mondo che dovrebbe essere più solidale perché impegnato nella stessa battaglia della pandemia, vuol dire aver perso sul fronte della globalizzazione dei valori dell’identità dell’Europa, continente dove molti hanno sempre trovato spazio per realizzarsi come persone”.

Secondo la superiora generale delle missionarie Scalabriniane “la strategia per una politica che possa prevenire altre ecatombe, Papa Francesco l’ha lanciata da anni ed è fin troppo chiara: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Ci uniamo alla voce accorata del Papa: potenziare i corridoi umanitari, valorizzare le reti di cooperazione internazionale, spingere a rafforzare le intese con chi per vocazione e carisma, sostiene in modo aperto e gratuito le politiche migratorie. E un pensiero va a Nadia De Munari, la missionaria laica uccisa brutalmente a colpi di machete in Perù. Offriamo la nostra preghiera perché si fermi questo clima d’odio che si somma alle tragedie del Mediterraneo. Non lasciamo affondare con gli ultimi 130 morti ogni appello”.

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