Era il 16 dicembre 1971, quando i primi missionari Carmelitani, partiti dal Santuario del Bambin Gesù di Arenzano (Ge) arrivarono a Bozoum, città nella Prefettura di Ouham-Pendé, nella Repubblica Centrafricana.
di Giovanni Parolari
Padre Nicolò Ellena, padre Marco Conte, padre Carlo Cencio e padre Agostino Mazzocchi sono stati i pionieri della presenza carmelitana nel Paese nel cuore dell’Africa. In questi 50 anni i missionari sono stati protagonisti oltre che nel campo dell’evangelizzazione anche in progetti sanitari, di alfabetizzazione e di promozione umana.
Lo slancio spirituale dell’Ordine religioso più antico ha radici lontane a partire dal 1200 d.C., alcuni cavalieri europei si ritirarono sul Monte Carmelo in cerca di una vita di preghiera e furono chiamati “Fratelli della Beata Vergine del Monte Carmelo”. Ma la riconquista musulmana della Palestina spinge i Carmelitani in Occidente. Nel 1600, in Spagna, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce danno un’impronta nuova ai Carmelitani che da quel momento si chiameranno “Scalzi”, come segno di maggiore rigore.
Attualmente la presenza dei frati carmelitani è viva in diverse missioni: al Carmel di Bimbo, comune alle porte della capitale Bangui, dove si trova lo studentato Carmelitano, i giovani vengono accolti e seguiti nella propria formazione spirituale e religiosa; nelle Parrocchie di Baoro e di Bozoum, dove sono sorte, nel corso degli anni anche scuole elementari e di formazione professionale per i giovani. Infine nella città di Bouar, (a 450 km a nord ovest della capitale) dove i missionari sono presenti nel convento della Yolé, in cui è presente il Seminario minore e al convento di Sant’Elie dove vivono i novizi in formazione.
L’azione missionaria dei padri carmelitani si irradia in oltre 120 villaggi sparsi nella savana, non sempre raggiungibili durante l’arco dell’anno, percorrendo centinaia di chilometri di piste di terra rossa, alcuni di questi villaggi sono raggiungibili ancora solo a piedi.
Negli ultimi anni, durante le molteplici rivolte e colpi di stato che hanno caratterizzato il giovane Paese africano, le missioni carmelitane hanno aperto le loro porte per l’accoglienza di quella parte della popolazione in fuga dalle violenze perpetrate dalla forze di gruppi ribelli che imperversavano nel Paese, cercando cosi rifugio.
Accanto ai frati, una presenza importante per le missioni è rappresentata dai numerosi volontari che lungo questi anni hanno prestato e prestano tutt’oggi la loro preziosa collaborazione, sia in Italia che in Repubblica Centrafricana. Per dare ancora più impulso a questa presenza l’opera missionaria si è arricchita, a partire dal 1989, dalla nascita dell’Associazione “Amicizia Missionaria Onlus” che sostiene la vita dei missionari e i progetti messi in campo con iniziative benefiche.