Giornata per la vita consacrata: la testimonianza di suor Francesca

Il 2 febbraio ricorre la XXV Giornata della vita consacrata, un’occasione per riflettere su questa speciale vocazione nella Chiesa e nel mondo, che ancora oggi richiama tanti giovani alla bellezza di una vita donata a Dio e ai fratelli. La testimonianza vocazionale di Sr. Francesca Centorame, Missionaria dell’Immacolata.

di Anna Moccia

È stato il desiderio di una vita piena e l’amore per la missione, scoperto dopo le esperienze in Brasile e in India, a spingere la giovane Francesca Centorame verso la scelta di una vita consacrata, che si è concretizzata con l’ingresso tra le Suore Missionarie dell’Immacolata – Pime.

«Prima di entrare nell’istituto facevo parte del Movimento Giovanile Missionario – racconta Francesca – e mi attiravano padri e suore del Pime che venivano nella mia parrocchia per parlarci della missione. Erano contenti e mi incuriosiva quella loro felicità. All’inizio ho avvertito una sensazione di paura ma c’era qualcosa di grande che mi attraeva, insieme all’amore per la missione».

Poi le esperienze di missione in Brasile e in India: «A 20 anni sono stata in Amazzonia e lì ho capito che la missione in qualche modo avrebbe fatto parte della mia vita. L’India per me è stata la conferma: mi ha fatto capire che, lì dove siamo, possiamo essere davvero fratelli. Vedi una persona dall’altra parte del mondo e capisci che quella persona è vicina a te».

Ascolta l’intervista a suor Francesca Centorame

«Fare missione per me vuol dire andare fuori, oltre il confine, ma soprattutto oltre quella che sono, semplicemente per “stare”. Mi piace parlare di missione come un “restare accanto”, lì dove siamo mandate, per essere segno di speranza. E questo mio modo di voler essere missionaria per me si è realizzato con le Suore Missionarie dell’Immacolata».

Ai giovani la missionaria consiglia di andare avanti con coraggio per inseguire i propri sogni: «Se ci sentiamo attratti da qualcosa, e questo vale per qualsiasi scelta di vita, non bisogna fermarsi per paura, vale la pena provare a tirarla fuori e camminare, perché quell’attrazione che sentiamo può davvero farci sperimentare il gusto pieno della vita».

Oggi suor Francesca si trova a Roma per completare gli studi in terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva. Tra i suoi desideri, quello che le sue competenze possano essere ridonate in missione, magari in uno dei Paesi che porta del cuore come l’India o il Brasile, nella bellissima Amazzonia.

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