La pace, dono di Dio e impegno di ciascuno. ​Commento al Vangelo

«La pace è un dono per chi la vuole accogliere». Sr. Parboti Marandi, Missionaria dell’Immacolata-Pime originaria del Bangladesh e residente nella comunità di Pioltello, nella periferia di Milano, commenta il Vangelo del 22 maggio 2022, VI domenica di Pasqua.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

La pace come dono di Dio. Commento al Vangelo

Il contesto del presente insegnamento è l’ultima cena. I due aspetti sui quali siamo chiamati a riflettere e a pregare, sono: l’amore cristiano e la pace di Cristo.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace“. Queste poche parole bastano a suscitare un fiume di considerazioni, perché quello della pace è un argomento dalle molte facce; è un desiderio che, magari in modo confuso, ci inquieta ogni giorno della nostra vita. Per ragioni più diverse. Per esempio, noi abitiamo a Pioltello, quartiere satellite nella periferia di Milano, dove vivono più o meno 10mila persone di 99 nazionalità diverse. È un territorio densamente abitato dove è difficile capire come muoversi, con chi parlare, capire bene la situazione per iniziare qualcosa per migliorare la situazione. Non è molto facile.

Noi come suore missionarie dell’Immacolata abitiamo in un condominio. Ma la nostra presenza costante nel territorio ci permette di conoscere le diverse realtà. Nel nostro quartiere ci sono persone che non hanno casa, lavoro, possibilità di curarsi, senza documenti, inoltre qui sono diffusi vizi come alcol e droga. Diverse persone vivono situazioni di ingiustizia. Qui è difficile fare esperienza del risorto che ci porta il suo dono della pace nella sua resurrezione.

Un saluto – augurio, usato anche dagli islamici: “salam” cioè appunto pace.

La pace vera è quella che il Cristo ci ha guadagnato con il proprio sacrificio, unica via perché si realizzi l’armonia tra Dio e l’uomo. Soltanto nel rapporto con Dio l’uomo trova la pace. E la trova perché Dio gliela dona, per i meriti del suo Figlio. La pace è un dono: perciò non si instaura automaticamente. Sta poi all’uomo, alla sua intelligenza e alla sua libertà, accoglierla e valorizzarla. Noi missionarie dell’Immacolata siamo nel quartiere satellite per testimoniare alla gente con cui viviamo che questo dono è anche per loro. Cerchiamo così con la nostra vita fragile e semplice di essere segno di questa pace che a nostra volta riceviamo da Gesù e che con generosità cerchiamo di donare amando.

Sr. Parboti Marandi

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