Pregare sempre, senza stancarsi mai. Commento al Vangelo della domenica

Come si fa a resistere nella fede? A pregare senza stancarsi mai? Lo vediamo questa domenica attraverso la parabola della vedova, che “resiste” nel suo chiedere giustizia al giudice disonesto. Commento al Vangelo a cura di Fra Luca Santato, missionario Cappuccino in Mozambico.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Commento al Vangelo di domenica 16 ottobre 2022

San Paolo invita Timoteo a “resistere”, a rimanere saldo nelle cose che ha imparato, soprattutto nella conoscenza della scrittura, per ottenere e predicare la salvezza di Gesù. La vedova “resiste” nel suo chiedere giustizia al giudice disonesto e poco paziente, tanto che alla fine le concede ciò che cerca non per giustizia, ma per togliersi il fastidio.

Mi viene dunque da considerare fin da subito che la fede e le “cose” della fede, come ad esempio la preghiera, sono anche e molto questione di “resistenza”, oppure possiamo dire di insistenza, di resilienza, di perseveranza, di costanza, di fedeltà, ecc… Il tutto con un tratto di tenacia, di operosità e di fantasia, che sono generative, non di stanca o rassegnata ripetizione, che invece sa di muffa e di inutilità. E allora subito mi chiedo: Ma io so resistere nella fede? Resisto davvero nella mia fede? Voglio tenacemente resistere nella fede? O anche, usando subito la conclusione di Gesù: il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? Troverà la fede nel mio cuore?

Sì, Gesù dice “sulla terra”, ma penso si riferisse innanzitutto a quella terra sacra che è il cuore di ciascuno di noi, l’unico dove abbiamo davvero competenza e incidenza. Non c’è dubbio che tante, oggi, molte di più di un tempo, sono le battaglie della fede, tanti sono gli Amalek da combattere, che ognuno di noi è chiamato ad affrontare per la fede, con la fede e a causa della fede:

– le malattie e le tragedie con i loro perché;
– le ingiustizie e le violenze contro gli innocenti con i loro drammi;
– i fallimenti dell’amore e le fatiche sul senso della vita;
– le incoerenze delle religioni e degli uomini di Chiesa…
E potremo continuare…

San Paolo a Timoteo ricorda (e ci ricorda) due aiuti fondamentali:

  1. I testimoni: parlando a Timoteo lo invita a conoscere coloro dai quali ha imparato ciò che crede. I testimoni della fede, i santi, quelli canonizzati e quelli della porta accanto e il Signore ce ne ha offerti e ce ne offre molti.
  2. Le scritture, ispirate da Dio, che ci insegnano, convincono, correggono, educano nella giustizia. Con esse conosciamo la Storia di Dio con gli uomini, storia di salvezza, di paradiso perduto ma anche ritrovabile in Gesù morto e risorto per noi.

Poi c’è il grande invito di Gesù stesso nel Vangelo, 3° aiuto:

Pregare sempre. E qui subito le domanda: Cosa vuol dire? Come si fa? A cosa serve? Ma serve?

I testimoni, cerchiamoli perché il loro esempio entri dentro di noi e faccia di noi pure dei testimoni della fede. La Scrittura conosciamola, leggiamola, mastichiamola sempre, perché il suo bene diventi il nostro bene. La preghiera diventi sempre di più nostra compagna di viaggio e, come dice Ermes Ronchi, il “pregare sempre” non sia tanto nella quantità, quanto piuttosto nella verità. Sapendo che il Signore non è come quel giudice. Ma se quel giudice si è lasciato convincere, dobbiamo essere certi, assolutamente certi, che anche per il Signore sarà così, anzi molto di più.

Qualcuno può però dire: ma i testimoni sono pochi, la Scrittura è difficile, e la preghiera sembra inutile. Si, è vero. Dio a volte sembra immobile, impotente, muto. In questi casi, anzi sempre, dobbiamo metterci alla scuola di Gesù e della sua umanità: il Padre è stato così con Lui: immobile, impotente, muto (ricordiamo il “Dio mio perché mi hai abbandonato!”) e Gesù stesso inchiodato sulla croce è così: immobile, impotente, muto (non risponde alla richiesta: “scendi e ti crederemo!”).

Questo esige fede. Fede assoluta. Fede nuda e pura. È crudeltà di Dio? È presa in giro? O non è piuttosto Amore! Amore vero, assoluto, libero e gratuito, senza contropartite. Il Suo per noi e quello nostro che di conseguenza siamo chiamati a restituirgli. Certo, se la nostra vita si ferma a questo, pochi e piccoli anni sulla terra, ha ragione chi è scettico. Ma se la vita va oltre, allora tutto cambia! Intanto crediamo, intanto preghiamo. La gioia della fede arriverà!

Crediti foto: salimoctober/Collezione Essentials/Getty Images

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