Dio non è dei morti, ma dei viventi. Commento al Vangelo della domenica

La nostra missione è oggi. «Dio non è dei morti, ma dei viventi perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38): il Cristo ci chiede di dare valore al presente, concretamente. Solo nella consapevolezza del presente possiamo aprirci alla memoria riconciliata del passato per schiuderci alla speranza del futuro. Commento al Vangelo di domenica 6 novembre a cura di Fra Giuliano Santoro, OFM*

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 20,27-38)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Parola del Signore.

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Il Dio dei viventi. Commento al Vangelo

Che strana domanda che fanno questi uomini a Gesù. Sembra uno di quei casi limite che si sentono in TV, che accadono ad una persona su migliaia di altre, anzi: sembra una cosa incredibile, irreale. Fantasia o no, questi sadducei (una classe nobile e potente della Gerusalemme del I sec.) pongono a Gesù una questione che sembra venire da un altro mondo, ma il Figlio di Dio non è andato in un altro mondo, è venuto in questo mondo, parla in seconda persona singolare a noi e alla nostra vita, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo.

Ed è effettivamente di vita che discutono, quella eterna. I sadducei ne parlano come se fosse un tempo lontano nel futuro, una questione legale regolata dalle leggi del passato che, come tutte le leggi umane, sono fallibili e difettose, non potendo prevedere tutti i casi della vita. Anche a noi a volte capita di essere un po’ sadducei: quando non alziamo lo sguardo oltre i confini dei nostri recinti, siamo sadducei; quando non speriamo più e ci rassegniamo ad una vita che ci premia quando facciamo i bravi e ci punisce quando facciamo i cattivi, siamo sadducei; quando esaminiamo i cavilli delle nostre leggi morali e delle convenzioni, per capire quale sconto ci fa restare con la coscienza tranquilla, siamo sadducei; quando finisce la poesia e restiamo disillusi, siamo veri sadducei!

E dalla poesia passiamo alla grammatica: i sadducei usano verbi o solo al passato o solo al futuro. Ci sono vite proiettate esclusivamente avanti o indietro: chi si rifugia tra le nostalgie dei tempi che furono e chi si perde tra i labirinti dei futuribili, tutto per scappare dalla vita. Gesù invece parla al presente: la vita eterna, infatti, non è semplicemente mancanza della fine, ma è ciò che viviamo già oggi. La nostra missione è oggi. «Dio non è dei morti, ma dei viventi perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38): il Cristo ci chiede di dare valore al presente, concretamente: alle persone che incontriamo oggi, al suolo che calpestiamo oggi, al mondo che vediamo oggi. Solo nella consapevolezza del presente possiamo aprirci alla memoria riconciliata del passato per schiuderci alla speranza del futuro.

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fr Giuliano Santoro OFM

* Fra Giuliano Santoro ofm fa parte della Provincia “Assunzione della B. V. Maria” dei Frati Minori di Lecce, dove è Animatore provinciale per la Missione Ad Gentes. Risiede a Galatone (LE), casa di animazione vocazionale e pastorale giovanile.

Crediti foto: molchanovdmitry/Collezione Essentials/Getty Images

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