Brasile, assalto alla democrazia. Intervista a padre Alberto Panichella

Un assalto che ha ricordato quello di Capitol Hill a Washington del 6 gennaio 2021. All’indomani dell’attacco al Parlamento in Brasile, le considerazioni di Alberto Panichella, missionario saveriano in Brasile dal 1982.

di Anna Moccia

Continuano in Brasile i disordini che vedono i sostenitori di Bolsonaro manifestare contro quelle che definiscono le “elezioni truffa”, che hanno consegnato la presidenza al leader di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva. A Brasilia, capitale dello Stato brasiliano dal 1960, migliaia di manifestanti pro-ex presidente Bolsonaro domenica 8 gennaio hanno preso d’assalto i palazzi del potere, tra cui la sede della presidenza ma anche del Congresso e della Corte suprema brasiliana.

Tutto molto simile all’assalto a Capitol Hill degli, allora, supporters di Donald Trump. Quali analogie e quali i pericoli? Lo abbiamo chiesto al missionario Alberto Panichella.

«Il pericolo è che si ripetano e si ingigantiscano aggressioni violente, come all’inizio del fascismo o del nazismo. Qualcosa di simile, che certamente ha influenzato il terrorismo di estrema destra di ieri, è stata l’invasione a Capitol Hill di due anni fa, quando i fanatici di Trump tentarono di impedire l’inizio del nuovo presidente e governo. Qui però è più pericoloso: la democrazia è recente e fragile, si è quasi interrotta in questi quattro anni. La terribile manipolazione ad opera di un dittatore pazzo e di tutto l’establishment e delle elite, tra cui i leader religiosi neopentecostali, l’esercito, i corpi di polizia, i tanti esponenti politici e governatori di estrema destra hanno creato uno scenario di eversione e sovversione. Le immagini che sono arrivate dalla capitale Brasilia sono impressionanti».

Perché a suo avviso le forze dell’ordine non hanno impedito che la folla facesse irruzione?

«Il fatto che le autorità del distretto federale di Brasilia e i corpi di polizia siano stati a guardare, se non addirittura conniventi con quanto accaduto, fa pensare che il gesto sia stato orchestrato con l’appoggio del governatore, dei segretari e della sicurezza. Infatti, il governatore Ibaneis è stato immediatamente rimosso dalla carica. Lula ha tenuto un breve discorso alludendo alle elite e garantendo misure rigorose e e l’intervento federale per il ristabilimento dell’ordine pubblico fino al 31 gennaio».

Cosa succederà adesso secondo lei?

«Questa è una psicosi di follia collettiva fascista e violenta: va stroncata. Le autorità civili e le forze di polizia del Distretto federale di Brasilia sono state conniventi e complici: tutto era stato organizzato con l’unico scopo meschino di destabilizzare e demoralizzare la nuova democrazia, e con questo tutto il popolo brasiliano. Tra i terroristi ci sono anche persone che probabilmente sono state pagate per questo tipo di atti vandalici. Loro si dicono “i patrioti” ma ha compiuto atti di vilipendio nei confronti della patria e dei suoi simboli. Una bruttissima figura. Credo che supereremo questo momento se ci sarà rigore nel perseguire e punire mandanti, organizzatori, finanziatori, fascisti e nazisti di questa immensa nazione.
Sono già 1.200 le persone arrestate. Anche i vescovi brasiliani, che hanno lanciato un appello per la pace e l’immediata cessazione degli attacchi criminali, chiedono che gli organizzatori e i partecipanti a questi attacchi siano ritenuti responsabili nella misura massima della legge, sottolineando che i cittadini e la democrazia devono essere protetti».

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