Terremoto in Turchia e Siria. Il vicario d’Anatolia: «Aiutateci ad aiutare»

L’appello di mons. Paolo Bizzeti SJ, vicario apostolico dell’Anatolia per soccorrere la popolazione colpita dal terremoto, che ha già causato oltre 4.000 vittime.

di Redazione

Dopo il grave terremoto della notte tra il 5 e il 6 febbraio che ha colpito Siria e Turchia, non si ferma lo sciame sismico e la situazione di ora in ora è sempre più drammatica. La Cattedrale del Vicariato a Iskenderun è crollata, gli edifici dell’episcopio e dell’accoglienza sono devastati.

Il Vescovo Paolo, in Italia per impegni istituzionali legati al suo ministero, è già all’opera per organizzare gli aiuti. I collaboratori del Vicariato sono rimasti incolumi. Al momento non si registrano vittime tra i cristiani, ma la situazione è fluida e in continuo aggiornamento.

Il quadro circostante è desolante: ospedali crollati o inagibili, mancanza di elettricità, collegamenti interrotti o molto difficoltosi.

Il Vescovo, unitamente a tutti i cristiani di Turchia, chiedono preghiera e aiuti economici. La raccolta fondi del Vicariato avviene attraverso Amici del Medio Oriente e la collaborazione di enti partners. Le donazioni possono essere erogate a:

Progetto Agata Smeralda ODV

▪ Bonifico bancario presso ChiantiBanca Credito Cooperativo, Firenze
IBAN IT 91 K 0867 3028 0300 0000 3333 33, codice Bic Swift ICRAITRRIP0
▪ Conto corrente postale n. 502500
▪ Causale: Emergenza terremoto Vicariato Anatolia 2023

Caritas Italiana

▪ Bonifico bancario presso Banca Popolare Etica, Roma
IBAN IT 24 C050 1803 2000 0001 3331 111
▪ Conto corrente postale n. 347013
▪ Causale: Terremoto Turchia-Siria 2023

Amici del Medio Oriente ODV

▪ Bonifico bancario presso Banca Ifigest, Firenze
IBAN IT 07 Q 03185 02801 000010283497, Bic Swift IFIGEST31
▪ Causale: Emergenza terremoto Vicariato Anatolia 2023
S’invita a dirigere le donazioni secondo l’ordine indicato. Amici del Medio Oriente in questo
momento è impegnata sul territorio e non dispone di uffici amministrativi di supporto tali
da affrontare la gestione di quanto sta accadendo.

Foto: Caritas Italiana

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