Su Donne Chiesa Mondo di febbraio: “Siamo tutte Missionarie”

È dedicato alle missionarie il numero di febbraio di Donne Chiesa Mondo, mensile de L’Osservatore Romano diretto da Rita Pinci. Cosa significa oggi essere missionarie e missionari? La riflessione di Patrizia Morgante, vicepresidente di Terra e Missione

Il numero di febbraio del mensile de L’Osservatore Romano, Donne Chiesa Mondo, è completamente dedicato alle Missionarie, donne consacrate e laiche, donne di oggi e di ieri. Risvegliare la memoria di donne che, soprattutto dal 1800 in poi, hanno saputo muoversi verso l’ignoto per raccontare e condividere il loro incontro con il Gesù del Vangelo, aiuta, noi donne e uomini di oggi, a uscire dai nostri confini sicuri guidati dalla forza interiore che solo lo Spirito può suscitare.

Il tema della missionarietà tocca il senso e la ragione della nostra associazione, come anche della rivista digitale. Ci soffermiamo, pertanto, a fare qualche considerazione alla luce del Pontificato di Papa Francesco e del suo invito a una Chiesa in uscita e sinodale.

Siamo missione su questa terra

Cosa significa oggi essere missionarie e missionari? Quando ci sentiamo missionarie/i?
Credo si sia scritto tanto e si continua a produrre riflessioni su come è cambiata la missione, in particolare della vita religiosa. Alcuni fattori, quali la diminuzione delle vocazioni e l’invecchiamento dell’età media, stanno aiutando a rileggere, alla luce dei nuovi paradigmi, il concetto stesso di missione.
Quando è lo stesso Papa Francesco che ci dice che “Siamo missione su questa terra”, sentiamo già allargarsi, ampliarsi il concetto di “missione”. Non solo chi fa una scelta di consacrazione entra in una dinamica di missione; ma tutte e tutti coloro che si riconoscono di essere così amati da avere un compito da svolgere su questa terra.
Se possiamo individuare una caratteristica comune tra la missionarietà, frutto di una consacrazione, e la missionarietà come consapevolezza di essere missione, è lo sguardo oltre il mio io; è la spinta a guardarsi dentro e intorno; è la coscienza di essere persone in relazione continua e costitutiva.

Missione e sinodalità

Le tre parole chiave del cammino per una Chiesa sinodale sono comunione, partecipazione e missione. La missione non è la prima, ma non può non esserci nella sinodalità, come percorso spirituale di ascolto profondo dello Spirito che si rivela nel Popolo di Dio, in tutto il Popolo di Dio.

“La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. “Primerear – prendere l’iniziativa”: vogliate scusarmi per questo neologismo. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa!” (Evangelii Gaudium, n. 24)

La missione è prendere l’iniziativa, ovunque siamo, perché nessuna e nessuno si senta non amato, escluso o non guardato.

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