Venite a me. Commento al Vangelo

Gesù invita: “venite a me”. Il missionario, come battezzato e inviato da Gesù, può indicare il cammino, perché l’incontro con Cristo possa trovare spazio e concretezza all’interno della comunità cristiana. Commento al Vangelo a cura di sr. Rosanna Marchetti, missionaria dell’Immacolata – Pime in Brasile.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Commento al Vangelo

Il testo su cui vogliamo riflettere è preceduto dal discorso apostolico di Matteo, dove troviamo l’invio dei Dodici Apostoli e le prime indicazioni su come svolgere la missione di annunciare il Regno dei Cieli, affrontandone i rischi e le paure. È un invito a seguire come discepoli e annunciare come apostoli, ossia come inviati del Padre. La missione affidata al Figlio dal Padre è consegnata a ciascuno di noi!

Ci addentriamo così nel Mistero del Regno dei Cieli e ne cogliamo le caratteristiche: il Regno dei cieli è rivelato ai semplici, agli umili di cuore, a tutti coloro che sanno aprire il cuore per accogliere l’annuncio di Gioia e Salvezza portato da Cristo e sanno rendere grazie per il grande dono ricevuto: un amore senza confini.

Gesù insegna con l’esempio quali siano le caratteristiche di un cuore semplice ed umile. Prima di tutto è un cuore che sa rendere lode. La preghiera di lode è la preghiera di colui che sa riconoscere che tutto viene da Dio: l’amore ed i doni di natura e grazia. È un cuore che guarda all’altro più che a se stesso e cresce in una relazione con il Padre di cui la gratuità ne è la caratteristica. Un cuore umile e grato che riconosce le meraviglie operate da Dio nella propria vita e nella vita di chi gli sta’ accanto, considera l’altro superiore a se stesso per questo lo serve con amore perché possa fare esperienza dell’amore di Dio.

È in questa relazione di amore che Gesù si riconosce nel Padre e riconosce che tutto gli è stato consegnato nelle mani. Il Figlio, rivelazione del volto del Padre, si manifesta come il primo e grande Apostolo del Padre e ne rivela la profonda comunione. È un circolo di amore tra Padre, Figlio e Spirito, nel quale siamo invitati ad entrare per essere imbevuti del loro stesso amore che ci rende capaci di vivere nella quotidianità in atteggiamento costante di dono, per amore all’altro.

L’Amore, di cui si riconosce la fonte originale nel Padre, trasborda e si riversa attraverso Gesù su di noi ed attraverso di noi, suoi discepoli-missionari, sui fratelli e sorelle poveri, stanchi, affamati di pane, di giustizia e di solidarietà. Fratelli e sorelle disanimati e stanchi di lottare contro le ingiustizie e le avversità, in cerca di luce e speranza perché caricano un peso imposto dalla società, dai preconcetti, dalle discriminazioni che rendono la vita così difficile e fanno perdere la dimensione della fraternità universale. Stanchi perché soffocati dal dolore di una perdita che ha offuscato il desiderio di vivere ed il senso della vita. Stanchi perché sembra che la lotta non abbia mai fine.

Gesù invita: venite a me… il missionario, come battezzato e inviato da Gesù può indicare il cammino, come un nuovo Giovanni Battista, perché l’incontro con Cristo avvenga nel silenzio della preghiera, possa trovare spazio e concretezza all’interno della comunità cristiana perché essa divenga luogo di riposo e di incontro con Cristo nella gioia della fraternità. Parola, Eucarestia e comunità: spazi d’incontro con Cristo vivo e presente che ridona speranza perché conosciuto e riconosciuto come via, verità e vita, fonte di Speranza e Carità.

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