Together, raduno del popolo di Dio: l’accoglienza nelle parrocchie

Don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura da Bagnoregio a Roma, racconta le storie di generosità e accoglienza dei giovani in vista Veglia ecumenica “Together”, organizzata per sottolineare la centralità della preghiera nel processo sinodale.

di Vittoria Terenzi

Il 30 settembre, circa 3.000 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni provenienti da tutta Europa e da tutte le realtà ecclesiali, si riuniranno a Roma per partecipare alla veglia di preghiera ecumenica “Together, alla presenza di Papa Francesco e di rappresentanti di diverse Chiese. Più di 80 parrocchie, comunità religiose, famiglie stanno ospitando ragazze e ragazzi arrivati nella capitale per camminare insieme come popolo di Dio e unirsi nella lode, nel silenzio e nell’ascolto della Parola.

La parrocchia di San Bonaventura di Bagnoregio ha aperto le porte a 70 giovani, che avrebbero dovuto dormire nei locali parrocchiali, poi c’è stata la gara di solidarietà delle famiglie, che li hanno ospitati tutti in casa.

Don Stefano Cascio, il parroco, racconta storie di generosità e accoglienza: c’è Tina, 85 anni, che sta ospitando due ragazzi e, per superare dubbi e timori dei figli, ha chiesto al nipote di trasferirsi alcuni giorni a casa sua per poterla aiutare nell’accoglienza e superare eventuali problemi con la lingua inglese. C’è anche Marguerite, originaria del Congo, in Italia da 32 anni, che ha voluto dare ospitalità a 3 ragazze, dicendo: «Io sono stata accolta, quindi anche io voglio accogliere».

La veglia sarà per i giovani un’occasione di ascolto della Parola, di silenzio, che rimette al centro l’importanza della preghiera come motore della vita: «Se non c’è la centralità di Cristo, c’è il problema dell’ego e la centralità di Cristo si vede nella preghiera – commenta don Stefano -. Con questa preghiera iniziale il papa ha voluto fare capire che il Sinodo deve prima di tutto essere nella preghiera. Ce ne rendiamo conto in tutto quello che facciamo, ad esempio quando facciamo un consiglio pastorale: non è la stessa cosa se iniziare con un momento di preghiera, di riflessione o subito con un momento organizzativo. Lo vediamo anche nei nostri incontri con i sacerdoti in Prefettura: è importante che ci sia un bel momento in cui si prende il tempo della preghiera, dove la Parola di Dio diventa un momento essenziale, perché è proprio sulla Parola di Dio che ci riuniamo. La preghiera per il Sinodo sarà ecumenica, quindi la Parola sarà essenziale».

Sarà un’occasione importante per i giovani, che faranno esperienza di comunione e di condivisione, un’opportunità per riconoscersi sorelle e fratelli, senza divisioni o preconcetti. «Credo che l’incontro sia sempre vincente, tutto quello che permette l’incontro ti cambia, perché abbiamo tanti pregiudizi – continua don Stefano -. Qualche anno fa con la parrocchia ogni mercoledì andavamo in un centro di accoglienza per minori non accompagnati e una volta ho passato un Natale con 3 ragazzi egiziani copti che sono venuti a celebrare il Natale con noi perché erano in quel centro. È una cosa diversa sentire che ci sono migranti che arrivano e conoscere, mettere un volto, un nome, è tutta un’altra cosa. Questo vale per tutto quello che facciamo, l’incontro cambia tutto e la fede è incontro, incontro con un Altro con la “A” maiuscola e incontro con l’altro: amare Dio e il prossimo è la base della nostra vita. La nostra è una vita comunitaria, non stiamo mai soli, dobbiamo vivere con l’altro».

Anche la Giornata Mondiale della Gioventù, vissuta recentemente dai giovani della parrocchia, ha dato loro il desiderio di condivisione e incontro con gli altri. «La GMG ha dato uno slancio ai ragazzi, ha fatto nascere nel cuore la voglia di comunità, di apertura verso gli altri della comunità, perché a volte nelle parrocchie c’è il rischio di formare gruppi chiusi. C’è stata un’apertura verso la comunità e verso gli altri, ad esempio verso i giovani della Prefettura. Ora inizieremo un percorso una volta al mese in cui ci incontreremo con i giovani di tutte le parrocchie. La GMG ha dato voglia di accoglienza, apertura, incontro con gli altri. Questo è stato molto bello».

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