15 film per una cultura dell’incontro

La selezione dei 15 migliori film sul dialogo tra diverse culture: opere cinematografiche che si sono trasformate in icone sociali, film di culto da vedere e rivedere, indimenticabili.

A cura di Elena Conforto, missionaria di Maria – Saveriana.

Nella filmografia che segue, è riportata una serie di titoli pensati per trattare tematiche interculturali: il cinema è uno strumento fondamentale per promuovere quella che Papa Francesco chiama di “cultura dell’incontro”. Essa comprende “uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono un’unità ricca di sfumature (…). Il poliedro rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benché ciò comporti discussioni e diffidenze. Da tutti, infatti, si può imparare qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo” (FT 215). Accostiamoci con questo spirito alla ricca raccolta che segue, accogliendone i diversi stimoli alla riflessione.

  • L’ospite inatteso (2007)

Walter Vale è un professore di economia, vedovo da 5 anni. Un giorno, tornando a New York, scopre che il suo appartamento disabitato è stato affittato a Tarek, siriano e Zainab, senegalese. Dopo la sorpresa iniziale, Walter invita i due a restare e intraprende con Tarek un’amicizia in nome della musica. La mancanza di una colonna sonora, eccetto quando si suonano gli strumenti musicali, testimonia in modo tangibile il vuoto dopo l’11 settembre 2001.

  • The ramen girl (2008)

Abby, giovane studentessa americana, viene lasciata dal fidanzato Ethan, col quale è a Tokyo. In cerca di rifugio e contatto umano, entra nel bistrot di ramen che si trova sotto casa sua e, impressionata dall’atmosfera, decide di rimanere, con l’obiettivo di imparare a preparare il piatto. Non sarà facile vincere le reticenze del burbero chef giapponese Maezumi e le ci vorrà molto coraggio e umiltà. Il film è stato girato con personaggi giapponesi di lingua madre.

  • Fiore del deserto (2009)

La dodicenne Waris Dirie nasce in Somalia, in una tribù nomade nel deserto ed è destinata ad un matrimonio combinato, però decide di ribellarsi al suo destino e fugge fino ad arrivare a Londra dove, clandestina e analfabeta, riesce a mantenersi con lavori di fortuna. Waris è molto bella e grazie all’incontro con il fotografo Terence Donovan la sua vita prende una svolta positiva. Diventando una celebre e richiesta top model, Waris userà il suo successo per sensibilizzare il mondo su una delle più brutali mutilazioni praticate sulle bambine africane, l’infibulazione, diventando anche ambasciatrice speciale dell’ONU. Il film illustra cosa significa essere donna in alcuni luoghi dell’Africa.

  • Non sposate le mie figlie (2014)

Claude e Marie Verneuil sono una tranquilla coppia borghese cattolica di provincia. Hanno cresciuto quattro figlie secondo i principi di tolleranza, integrazione e apertura. Ma il destino li mette a dura prova: la loro primogenita decide di sposare un musulmano, la seconda un ebreo e la terza un cinese ateo. Le loro speranze di assistere ad un tradizionale matrimonio cattolico sono riposte nella figlia minore che finalmente ha incontrato un bravo cristiano. Ma non sanno delle sue origini ivoriane.
Dopo la prima pellicola sono usciti anche Non sposate le mie figlie 2 e 3, in cui prima le quattro figlie con le rispettive famiglie vogliono trasferirsi all’estero; poi nel terzo film si ritrovano tutte, compresi i genitori dei mariti, per una riunione di famiglia allargata presso la villa dei genitori.

  • L’uomo che vide l’infinito (2015)

Nel 1912, Ramanujan, indiano, genio autodidatta della matematica, invia a un illustre professore inglese, G.H. Hardy, del rinomato Trinity College di Cambridge, le sue scoperte. Il famoso studioso lo invita in Inghilterra dove diventa un grande pioniere di teorie matematiche in lotta contro i pregiudizi del suo tempo e le barriere della rigidità accademica. È la storia vera di un’amicizia che ha cambiato per sempre il mondo della matematica.

  • Silence (2016)

Film diretto da Martin Scorsese e basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Shūsaku Endō, è ambientato nel XVII secolo. Padre Sebastian Rodrigues e padre Francisco Garupe, due giovani missionari gesuiti portoghesi, intraprendono un lungo viaggio, affrontando pericoli, per raggiungere il Giappone e andare alla ricerca del loro insegnante e mentore, padre Christovao Ferreira, che si dice abbia rinnegato la sua fede. Il film mostra uno spaccato delle persecuzioni religiose a cui sono stati sottoposti i cristiani a quel tempo.  

  • Vittoria e Abdul (2017)

È il 1887, Vittoria è anziana e triste dopo la morte del suo fedele servitore – e amante – John Brown. Abdul Karim ha solo 24 anni quando arriva da Agra (città indiana del Taj Mahal) alla corte inglese: è bello e aitante e in breve tempo, da servitore al tavolo della regina, ne diventa attendente personale e Munshi, cioè insegnante di lingua urdu. Vittoria si affeziona a lui, apprezza i curry che Abdul le prepara, è curiosa del suo mondo. In un momento di rivolte indipendentiste delle colonie indiane, il giovane diventa anche consigliere e confidente per le faccende del suo Paese. Il suo prestigio aumenta, tanto che nei viaggi ufficiali con la regina, è scambiato per un principe. A corte, guardano con sospetto a quel legame, che, invece, la regina difenderà caparbiamente da tutto e tutti.

  • Contromano (2018)

Mario Cavallaro è un milanese cinquantenne abitudinario che gestisce un negozio di calze, ereditato dal padre. Mario ama l’ordine, la precisione, la puntualità, il rispetto, il decoro, la voce bassa, lo stare ognuno al proprio posto. La sua routine viene stravolta da Oba, un giovane senegalese venditore ambulante di calzini, che si piazza vicino al suo negozio. Mario così decide di rapire Oba e riportarlo al suo paese, intraprendendo un viaggio in macchina di sola andata Milano-Senegal. Pensa che se tutti lo facessero il problema immigrazione sarebbe risolto, basta impostare il navigatore. Ma poi questo paradossale on the road si complicherà terribilmente.

  • Il viaggio di Yao (2018)

È una pellicola solare, ottimista, sulla ricerca delle proprie radici e di rapporti affettivi che vanno oltre i legami di sangue. Yao è un ragazzino senegalese di tredici anni che percorre tutto solo quasi 400 chilometri per incontrare quell’attore francese che tanto ama: Seydou Tall. L’attore si trova in Senegal per la prima volta, per presentare il suo nuovo libro e rimane colpito dal gesto del ragazzino. Ma Yao non sa più come tornare a casa e Seydou decide di ripercorrere assieme a lui il cammino di ritorno. Il viaggio dei due si trasforma in un percorso ricco di incontri, che porterà anche il celebre attore a prendersi del tempo, per riflettere sul suo ruolo di padre e sulle sue radici.

  • Qualcosa di meraviglioso (2019)

Nel maggio del 2011, Nura Mohammad alla ricerca di stabilità lascia il Bangladesh e il resto della famiglia insieme al figlio di 8 anni, che ha un grande talento per gli scacchi. Padre premuroso e protettivo, Nura nasconde al figlio le violenze che agitano il loro paese e gli promette di fargli incontrare in occidente un grande maestro di scacchi. Ma arrivati in Francia le cose non sono così semplici. A semplificare la partita e l’amministrazione francese ci pensa il vecchio Sylvain Charpentier, campione di scacchi di grande mole e saggezza. Accolto nella sua aula, Fahim imparerà rapidamente le regole del gioco e della vita.

  • Nour (2019)

La vicenda è ambientata a Lampedusa, tra il pronto soccorso dove il medico Pietro Bartolo si prende cura dei rifugiati, la banchina dove arrivano le imbarcazioni di fortuna cariche di migranti, una radio artigianale, il centro di accoglienza. Qui arriva, sola e impaurita, Nour, una ragazzina siriana che ha perduto il padre, ucciso, e la madre, che non si è imbarcata. È una narrazione commovente e dura, una delle tante storie “private” che non dobbiamo ignorare…

  • Storm boy-Il ragazzo che sapeva volare (2019)

Storm Boy, tratto dal libro di Colin Thiele, è la storia di una singolare amicizia tra un ragazzino e un pellicano, ambientata nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale. Affronta questioni ambientali, evocando il desiderio di antiche armonie tra coloro che popolano il Parco australiano

  • Sotto le stelle di Parigi (2020)

È la storia di Christine, una donna che ormai da diversi anni vive da clochard lontano da amici e familiari. Ora vive sotto un ponte, rintanata nel suo piccolo rifugio, dove è circondata solo dai ricordi della sua vita precedente. Una notte, però, si presenta un bambino di circa 8 anni, di nome Suli. Non sa neanche una parola di francese, si è perso e non trova più sua madre; così Christine decide di aiutarlo a cercare la donna. Vagando nella notte tra le strade di Parigi, i due avranno modo di conoscersi meglio e sarà Suli ad aiuterà la sua burbera amica a ritrovare il suo lato umano.

  • Minari (2020)

Racconta la storia di una famiglia d’immigrati sudcoreani pronta a tutto pur d’inseguire il sogno americano. Jacob è un giovane agricoltore che negli anni ’80 porta via la sua famiglia da Los Angeles, con una buona dose di ingenuità e ottimismo. È determinato ad avviare una fattoria in Arkansas e iniziare una nuova vita. L’adattamento della famiglia alla nuova realtà non è facile e la quotidianità viene stravolta dall’arrivo improvviso dalla Corea dell’eccentrica nonna Soonja, una donna dal linguaggio colorito e un po’ bizzarra ma incredibilmente forte. I modi della donna suscitano fin da subito la curiosità del piccolo David che stabilirà un forte legame con la nonna. Nel frattempo, Jacob, sempre più convinto di creare una fattoria su un terreno non adatto, metterà a rischio le finanze della sua famiglia e il suo stesso matrimonio.

  • Si, Chef! – La brigade (2022)

Cathy è una sous-chef con il sogno di aprire un ristorante. Quando si troverà in difficoltà accetterà un lavoro come cuoca per un gruppo di minori migranti (così detti irregolari) a cui trasmettere tutta la passione per la cucina e da cui in cambio imparare tanto sul tema della migrazione e dei rimpatri, ma soprattutto ricevere lezioni di umanità. Saranno loro a restituirle la genuinità di un mestiere fatto con le mani, con amore e con la voglia di condividere e prendersi cura degli altri.

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