Papa Francesco: scienza e saperi indigeni insieme per la tutela del pianeta

Papa Francesco ha ricevuto i partecipanti all’Incontro sui Popoli Indigeni ribadendo che le diversità culturali e spirituali vanno difese per “rispondere alle sfide urgenti che interessano la casa comune e la famiglia dei popoli”.

di Redazione

I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, le minacce alla sicurezza alimentare e alla salute sono “criticità urgenti” da affrontare grazie al sapere dei popoli indigeni e alle scienze. Solo così potrà essere garantito “un approccio più comprensivo, più ricco, più umano” in grado di favorire “uno sviluppo umano integrale e sostenibile”.

Lo ha affermato Papa Francesco ricevendo i partecipanti all’Incontro sui Popoli Indigeni promosso dalle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali. Bergoglio ha ricordato che anche la FAO, tre anni fa, ha organizzato giornate di studio sui sistemi alimentari indigeni da cui “è nata una Piattaforma che riunisce scienziati indigeni e non indigeni, studiosi ed esperti, per stabilire un dialogo volto a garantire la salvaguardia dei sistemi alimentari delle popolazioni originarie. Anche in continuità con quell’esperienza accolgo con apprezzamento la vostra iniziativa che porta avanti tale ricerca”.

Tra gli obiettivi del seminario c’è anche quello di lanciare “un messaggio ai governi e alle organizzazioni internazionali, perché riconoscano e rispettino la ricchezza della diversità all’interno della grande famiglia umana – ha sottolineato il Papa – Nel tessuto dell’umanità ci sono culture, tradizioni, spiritualità, lingue differenti che hanno bisogno di essere protette, perché la loro perdita costituirebbe per tutti noi un impoverimento della conoscenza, dell’identità, della memoria”.

Il riferimento alla cancel culture è chiaro, così come l’appello del Pontefice affinché “i progetti di ricerca scientifica, e dunque gli investimenti, siano orientati sempre più decisamente alla promozione della fratellanza umana, della giustizia e della pace, così che le risorse possano essere destinate in modo coordinato a rispondere alle sfide urgenti che interessano la casa comune e la famiglia dei popoli”.

Per realizzare tale obiettivo occorre un “dialogo aperto tra i saperi originari e le scienze, tra le comunità di saggezza nativa e quelle scientifiche”, in grado di “contribuire ad affrontare in modo nuovo, più integrale e anche più efficace questioni cruciali come, ad esempio, quelle dell’acqua, del cambiamento climatico, della fame, della biodiversità. Questioni che, come ben sappiamo, sono tutte tra loro connesse”, ha ricordato Francesco.

“Dio ci ha fatto custodi e non padroni del pianeta – ha concluso – siamo chiamati tutti a una conversione ecologica, impegnati a salvare la nostra casa comune e a vivere una solidarietà intergenerazionale per salvaguardare la vita delle generazioni future, invece che dissipare le risorse e aumentare le disuguaglianze, lo sfruttamento e la distruzione”.

Foto: Vatican Media

Sostieni TerraeMissione.it:
Per dare voce alle periferie abbiamo bisogno di te!

Di notizie ce ne sono tante. Spesso quelle che più ci stanno a cuore non riescono a trovare spazio sulle prime pagine dei giornali. Sostenere terraemissione.it significa permetterci di continuare il nostro impegno per un’informazione libera e indipendente, al fianco degli ultimi e al servizio del Vangelo.

SOSTIENICI
Vuoi tenerti aggiornato sulle ultime notizie?
Iscriviti alla Newsletter di Terra e Missione

Lascia un commento