La Pasqua dentro i sepolcri. Commento al Vangelo

Non permettiamo che la tristezza, lo sconforto e la paura ci blocchino, muoviamo le nostre mani nell’amore, perché solo avvicinandoci ai sepolcri potremo sperimentare l’energia della Pasqua. Commento al Vangelo a cura di padre Luca Vitali*, della Comunità Missionaria di Villaregia.

Vangelo della veglia pasquale
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,1-7)

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare ad ungerlo.
Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: «Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».

Commento al Vangelo

Passato il sabato, mentre i discepoli sono ancora dispersi e chiusi, tre donne: Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome escono allo scoperto per andare alla tomba di Gesù. Escono, si espongono, si dichiarano e vanno a comprare oli aromatici sapendo di poter essere scovate: ‘siete anche voi discepole del Crocifisso?’.

A loro poco importa perché l’amore è vero se si è disposti a ‘metterci la faccia’ e addirittura corrono questo rischio senza che ce ne sia una reale necessità: il corpo oramai era già stato sepolto e così sarebbe potuto rimanere. Nel loro andare vi è dunque un’immensa tenerezza, il desiderio di cura, di dare dignità al cadavere del loro maestro: delicatezza femminile dell’amore.

Vanno al sepolcro dunque, ma senza sapere come rotolare l’enorme pietra, ed è qui che si accende la luce di Pasqua: andando ad un sepolcro chiuso lo trovano aperto. Non c’è Pasqua senza sepolcro, non c’è Pasqua senza una morte, ma non perché la nostra è una fede ‘triste’, ma perché se Dio vuole intercettare le nostre esistenze deve poter dire qualcosa sulle morti di cui è costellato il nostro cielo.

Se infatti non facciamo finta di nulla vi scorgeremo guerre, paure, malattie, sofferenze, amici che ci lasciano… Eppure tutto è destinato alla vita perché quei sepolcri prima o poi si apriranno. Forse per noi è ‘facile’ dirlo perché oggi non avremo delle bombe caderci sulla testa, o perché non vedremo i nostri figli tremare di freddo o fame come a Gaza o a Kiev o perché, in fin dei conti, non ce la caviamo poi così male… ma la Pasqua è Pasqua se è vera per tutti, se è vera sempre… E Gesù si è giocato tutto pur di assicurarci che dentro ogni sepolcro, lo ripeto, dentro ogni sepolcro, ci sarà vita.

Non permettiamo allora che la tristezza, lo sconforto, la paura ci blocchino in casa, usciamo come le donne per cospargere di tenerezza chi ha bisogno, muoviamo le nostre mani nell’amore perché solo avvicinandoci ai sepolcri, nostri e degli altri, potremo sperimentare l’energia della Pasqua.

Scriveva don Primo Mazzolari: «Dove l’uomo si rifiuta di “toccare” il dolore degli altri, non c’è Pasqua; dove le mani dell’uomo non sono forate per amore dei fratelli, non c’è Pasqua. Chi prende sulle proprie spalle il dolore degli altri, è un Salvatore».

Signore, nostro Padre, tu hai risuscitato Gesù dai morti perché non può restare tra le braccia della morte ciò che è fatto per la Vita. Aiutaci allora a credere all’amore, ad esporci alla luce della Pasqua facendoci prossimi di chi è escluso, di chi è bisognoso, di chi ancora giace nell’ombra di morte e anche per noi spunterà l’alba nuova della Pasqua!           

*Luca Vitali è presbitero della Comunità missionaria di Villaregia. Scrittore e teologo, attualmente vive il suo ministero a Forlì e svolge un dottorato in Spiritualità e missione presso la Facoltà Teologica del Triveneto. Da oltre 20 anni accompagna pastoralmente gruppi di giovani, parrocchie e percorsi di comunione missionaria in alcune diocesi.

              

Sostieni TerraeMissione.it:
Per dare voce alle periferie abbiamo bisogno di te!

Di notizie ce ne sono tante. Spesso quelle che più ci stanno a cuore non riescono a trovare spazio sulle prime pagine dei giornali. Sostenere terraemissione.it significa permetterci di continuare il nostro impegno per un’informazione libera e indipendente, al fianco degli ultimi e al servizio del Vangelo.

SOSTIENICI
Vuoi tenerti aggiornato sulle ultime notizie?
Iscriviti alla Newsletter di Terra e Missione

Lascia un commento