Benoit Thuan, un missionario “agli estremi confini del cuore”

Chiusa l’inchiesta diocesana sul cistercense Benoit Thuan, un missionario fattosi monaco per la missione.

di Anna Moccia

«Un missionario fattosi monaco per andare al fondo della sua missione. L’annuncio non è solo portare agli estremi confini del mondo il Vangelo, ma portarlo agli estremi confini del cuore, laddove l’uomo è ferito e ha bisogno di misericordia». Così l’abate generale dei Cistercensi, lo svizzero Mauro Giuseppe Lepori, ha voluto sottolineare il luminoso esempio del suo confratello francese Benoit Thuan, che tutta la vita ha speso per l’evangelizzazione del Vietnam.

Venerdì 10 maggio, nel Palazzo del Vicariato, si è tenuta la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla sua vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni del servo di Dio, al secolo Henry Denis, religioso dell’Ordine Cistercense.

Nato in Francia, fu ordinato sacerdote per le Mission Etrangeres de Paris il 7 marzo 1903. Partito pochi mesi dopo per il Vietnam fu destinato alla missione di Hue, dove assunse il nome “Thuan”, che in vietnamita significa obbedienza, seguendo l’esempio di Maria. Finché in questo suo apostolato missionario avvertì forte però la chiamata a testimoniare il Vangelo con uno stile monastico. Così nel 1918 – in accordo con il suo vescovo e ottenuta il permesso da Propaganda Fide – diede vita in estrema povertà e inizialmente con un solo compagno al monastero di Nostra Signora di Annam.

«Al tempo – ha ricordato mons. Reina – in Vietnam vi erano solo i due monasteri femminili che il Carmelo di Lisieux aveva fondato a Saigon e Hanoi. Ed è significativa una lettera che il 2 dicembre 1922, madre Agnese di Gesù – la sorella di santa Teresa di Lisieux che appena l’anno prima era stata dichiarata venerabile dalla Chiesa – scrisse a p. Benoit, ricordando il desiderio della grande carmelitana di partire per il Vietnam e indicandola come l’ “angelo custode” di quella nuova comunità monastica maschile».

La sua fama di santità è cresciuta col passare del tempo e la sua figura è diventata un punto di riferimento per molti sacerdoti oltre che per tanti laici vietnamiti. Oggi, nonostante i vari conflitti bellici che ha sofferto il Vietnam, oltre mille tra monaci e monache possono dirsi suoi figli.

Foto: Abbaye d’Oelenberg

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