Le misure per mitigare la crisi climatica non bastano più. Occorrono provvedimenti immediati per adattarsi ai suoi effetti. Lo sottolinea il summit “From climate crisis to climate resilience” che si è aperto nella mattinata di ieri presso la Casina Pio IV in Vaticano, sede delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali.
L’evento vede la partecipazione di rappresentanti di organizzazioni internazionali, ricercatori, leader religiosi, esperti e soprattutto amministratori locali, con l’intento di condividere esperienze e gettare le basi per un impegno condiviso.Il risultato tangibile del vertice, scrivono gli organizzatori, sarà la creazione di un “Protocollo di resilienza climatica planetaria” con tutti i partecipanti come cofirmatari. Questo protocollo, modellato sullo stile di quello di Montreal, fornirà linee guida per rendere tutti resilienti al clima. Il documento sarà sottoposto alla United Nations Framework Convention on Climate Change per essere portato a tutte le nazioni. Quando il riscaldamento supererà la soglia di 1,5° entro il 2030, il protocollo potrà essere modificato per includere norme rigorose al fine di ridurre drasticamente le emissioni e aumentare la spesa per le misure di adattamento.
I lavori del summit si concentreranno su quattro elementi chiave della crisi climatica: l’acqua, l’aria, il cibo e l’energia, per poi esaminare le best practices già messe in campo dagli amministratori locali. I dati della crisi sono impressionanti. Li ha evidenziati Housung Lee, presidente per il 2023 dell’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), il quale ha sottolineato come la lotta al cambiamento climatico sia estremamente complessa: sebbene le politiche di decarbonizzazione siano applicate ormai da molti paesi del mondo, i loro effetti potrebbero essere vanificati dal massiccio aumento dell’uso di dispositivi digitali. Inoltre, le misure per la mitigazione del riscaldamento inizieranno a produrre effetti, molto limitati, solo a partire dal 2030, con impatti concreti rimandati addirittura al 2100. Lo scienziato Veerabhadran Ramanathan, dell’Università della California San Diego e della Cornell University e consigliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ha sottolineato la necessità di passare dalla prevenzione all’adattamento a una situazione ormai divenuta realtà.
I provvedimenti sociali sono particolarmente urgenti, anche perché, come ha sottolineato Marcelo Suárez-Orozco della University of Massachusetts e consigliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, oggi solo chi è relativamente istruito e ha disponibilità economiche può lasciare le aree colpite dai danni climatici: il resto della popolazione è semplicemente intrappolato. È lì che occorre intervenire. Cruciale è quindi l’azione della politica locale. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha parlato dei provvedimenti che stanno cercando di dare un nuovo volto alle città, facendo leva, «anche sulla fraternità delle relazioni». Molti altri amministratori di grandi città interverranno nei prossimi giorni. Tutti, insieme agli altri partecipanti, verranno ricevuti oggi da Papa Francesco.
Allagamenti per l’esondazione del Naviglio a causa del forte maltempo. Copyright 2024 © ANSA/ANDREA CANALI