Corpus Domini: l’eucarestia sorgente della missione

Portare con entusiasmo Gesù Cristo a coloro che incontriamo nella nostra vita quotidiana: questo fa di noi una Chiesa, “sorgente di acqua viva”, capace di risvegliare la sete nel cuore degli uomini e offrire allo stesso tempo l’acqua della vita. Commento al Vangelo della Solennità del Corpus Domini a cura di Sr. Amélia Soares, Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento.

Dal Vangelo secondo Marco 14,12-16.22-26

Il primo giorno degli azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Commento al Vangelo della solennità del Corpus Domini

Le origini della festa del Corpus Domini si hanno a partire dal XIII secolo, anche se le processioni e le tradizionali infiorate che ricoprono le vie di molte città e paesi presero il via solo a partire dal XIV secolo.

Con questa manifestazione pubblica di fede, i cristiani testimoniano la loro gratitudine per il dono dell’Eucaristia, attraverso la quale si rende presente la vittoria sulla morte e la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. L’Eucaristia chiude in sé il memoriale dell’ultima cena di Gesù, quando in un gesto di profonda gratuità e umiltà Gesù offrì il suo Corpo e il suo Sangue perché tutti avessero la vita e “la vita in abbondanza”.

La processione con il Santissimo Sacramento ci ricorda che siamo chiamati ad uscire e a portare con entusiasmo Gesù Cristo a coloro che incontriamo nella nostra vita quotidiana; questo fa di noi una Chiesa, “sorgente di acqua viva”, capace di risvegliare la sete nel cuore degli uomini e offrire allo stesso tempo l’acqua della vita. Apriamo con amore i nostri cuori per essere la stanza spaziosa e accogliente dove tutti possono entrare per incontrare il Signore. Condividiamo la nostra vita nella compassione e nella solidarietà, nella missione in cui siamo chiamati a servire, affinché il mondo possa vedere, attraverso di noi, la grandezza dell’amore di Dio1.

Marco ci racconta con ricchezza di dettagli quella notte speciale in cui Gesù celebra la Santa Cena. Tutto ebbe inizio durante la festa ebraica chiamata del “Pane Azzimo”, cioè, pane senza lievito. La Pasqua ebraica era la festa del “nuovo”, quindi bisognava buttare via tutto ciò che conteneva lievito vecchio per poter fare un nuovo impasto. I discepoli, erano preoccupati per i preparativi per la Pasqua ebraica, ma Gesù aveva altri piani. Mandò due discepoli in città, con la raccomandazione di trovare un uomo con una “brocca d’acqua”, questo era il segno, aggiungendo che i discepoli dovevano seguirlo. A quel tempo, portare l’acqua era un servizio umile, svolto solo da donne e schiavi. Questa scena ci aiuta a capire che l’Eucaristia inizia con coloro che si mettono al servizio della missione, impregnati di umiltà e gratuità.

Pertanto, celebrare la memoria di Gesù Cristo, morto e risorto, significa attualizzare i suoi gesti di amore sacrificale a favore della vita di tutti gli uomini. La celebrazione, pertanto, acquista il suo vero significato quando è espressione di relazioni giuste e fraterne, vissute nella quotidianità familiare, comunitaria e sociale. infatti, nell’Eucaristia la Chiesa vive in modo eminente la sua missione santificatrice. In conclusione possiamo dire che “L’Eucaristia è un sacramento di comunione tra fratelli e sorelle che accettano di essere riconciliati in Cristo, che ha fatto di Giudei e Gentili un solo popolo, distruggendo il muro di inimicizia che li separava (Ef 2,14). Attraverso il memoriale del suo sacrificio, egli rafforza la comunione tra fratelli e sorelle e, in modo particolare, incoraggia coloro che sono in conflitto ad affrettare la loro riconciliazione, aprendosi al dialogo e all’impegno per la pace che è frutto della giustizia2.

Sr. Amélia Soares – Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento

1 Papa Francesco. Omilia: Solennità di Corpus Domini, 6 di giugno, 2021.
2 Jorge T. CUNHA, Eucaristia e a Missão da Igreja Uma reflexão sobre a Sacramentum caritatis de Bento XVI, in «didaskalia», (2008), 311-326.

© Riproduzione riservata – Foto di D George da Pixabay

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