8 marzo di dolore in Guatemala

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di Federico Sartori

In giornate come questa molto spesso ci si domanda dove finisca la retorica e dove inizi la vera sensibilità di fronte a un tema come quello del rispetto della donna, che ha moltissime declinazioni e si trova di fronte a realtà diverse a seconda del luogo dove mi trovo.

Qui in Italia si passa dal tipico gesto della mimosa alla frase (che appunto non capisco mai quanto sia di circostanza) “non serve un giorno all’anno, la donna va rispettata tutto l’anno”. Io credo, invece, che sia giusto approfittare di questi momenti per raccontare storie, cronache che facciano riflettere e che da figli di Dio ci portino alla preghiera ed ad invocare la misericordia del Padre su queste tristi vicende e la benevolenza dello Spirito Consolatore sui familiari delle vittime.

Nel caso specifico voglio raccontare un fatto accaduto esattamente l’8 marzo dello scorso anno a San José Pinnula, una cittadina a 25 chilometri da Città del Guatemala. Mentre il mondo celebrava la Giornata Internazionale delle donne, 41 ragazze morivano arse vive in un incendio. Questa che già di per sé è una tragedia diviene un incubo se si pensa che è stato praticamente un omicidio plurimo di Stato. Le ragazze stavano infatti protestando contro le violenze, anche e soprattutto sessuali, che subivano in un istituto statale, chiamato Hogar Seguro Virgen de la Asuncion. Vorrei precisare che in spagnolo Hogar Seguro significa rifugio sicuro!!!

Le testimonianze parlano di un centro di accoglienza in cui si sapeva che chi era al suo interno veniva maltrattato, torturato, seviziato, costretto a subire abusi sessuali o portato alla prostituzione, in un contesto che assomigliava a un lager con pessime condizioni igienico-sanitarie. Le giovani donne avevano deciso di protestare contro quel sistema corrotto e crudele e per tutta risposta sono state picchiate dalla polizia, messe in manette e poi richiuse a chiave nel fabbricato, che successivamente ha misteriosamente preso fuoco. La metà di loro è morta tra le fiamme, mentre le altre sono decedute a causa delle ustioni riportate.

Le madri delle martiri hanno voluto ricordare le figlie e far presente al mondo guatemalteco questo immane assassinio erigendo un monumento abusivo nella piazza principale di Città del Guatemala. La foto in evidenza fa parte di una mostra fotografica itinerante organizzata dai gruppi GIM – Giovani Impegno Missionario – che hanno partecipato alla missione 2017 in Guatemala e San Salvador.

Questo pensiero per la festa delle donne per il 2018 vuole essere memoria, ringraziare queste madri per la loro forza di volontà e le loro figlie per il coraggio che hanno dimostrato a difesa dei diritti umani. Come tante altre vittime innocenti ci dicono una sola cosa ma molto forte: “NUNCA MAS! (MAI PIÙ)”.

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